MOTOLOGY

PHILLIP ISLAND 2020 : RIFLESSIONI SUL ROUND 01

PHILLIP ISLAND 2020 – COSA È SUCCESSO NEL PRIMO ROUND 

È vero che Phillip Island è un round “a sè”, che è tanto bello quanto difficile da interpretare (a livello di tempi e risultati), ma una cosa è certa: se quello che ci aspetta per i prossimi mesi è lo show che ci ha tenuti svegli in quest’ultimo weekend di febbraio.. la stagione sarà molto divertente. 

Dopo i test invernali, dove si sono mostrate alcune carte e dove ognuno di noi si è fatto un’idea sui possibili protagonisti di quest’anno, qualche “pronostico” è stato ribaltato.

Iniziare le prime 3 gare dell’anno con tre differenti vincitori, è una cosa che non succedeva da un po’ di tempo. 

Razgatlioglu, Rea e Lowes – ecco i nomi dei vincitori.. e sapete una cosa? Al posto di questi nomi era possibile averne altri 4, perché le gare sono state così tirate e combattute che tutto sarebbe stato possibile.

Rea è andato a 0 in gara1 ma ha faticato a vincere nella Superpole Race e soprattutto in Gara2.

Lowes ha preso confidenza con Kawasaki sin da subito, e i risultati lo dimostrano. 
Se il pilota è sereno, vederlo in pista è uno spettacolo ed un “pericolo” per gli avversari – in maniera pulita e leale, ma non guarda in faccia nessuno, come è giusto che sia.

La sorpresa di questo weekend non sono stati nè RazgatliogluVan Der Mark, così come non lo sono stati Rea e Lowes.. tutti top rider, per le case di maggior influenza del campionato Superbike.

A sorprendere, anche se atteso, è stato Scott Redding, unico pilota ad andare a podio in tutte e tre le gare australiane (tre volte terzo).
Il ragazzo inglese, è arrivato per dire la sua dopo aver vinto il BSB nel 2019, ed il suo obiettivo è stato chiaro a tutti – nessun timore di essere secondo a nessuno, nessuna paura a dimostrare il suo valore.
Sicuramente il nuovo acquisto di Ducati aveva il pensiero di vincere sin da subito, ma quest’anno il livello è alto e soprattutto pieno di piloti che non hanno intenzione di mollare facilmente le posizioni importanti. Ciò che ha dimostrato in questo weekend però siamo certi che lo porterà sul primo gradino del podio fra non molto tempo.

Un’altra coppia che ha sorpreso è quella dei piloti Honda: un importante Top5 per Haslam in Gara1, e due piazzamenti in sesta posizione per Bautista.
Per la casa giapponese c’è ancora molta strada da fare, ma i primi passi avanti sono già visibili.
Si dice che “Chi ben comincia..” – non ci resta che aspettare.

Tra i team indipendenti ci son state molte buone cose : Xavi Fores, per esempio, che ha iniziato sempre bene le sue gare ma che poi commettendo errori e cadute ha sempre rovinato il risultato. Lo spagnolo, tornato in Superbike dove in passato ha fatto grandi cose con il team Barni, sarà sicuramente uno dei piloti protagonisti nelle prossime gare. Ci ha abituato a sorprendere, e non tradirà le aspettative.


Dopo l’ottima stagione del 2019, e la difficoltà nel trovare una moto nel 2020, anche Sandro Cortese ha fatto grandi cose.. considerando che il tedesco ha avuto modo di conoscere la sua nuova “compagna” solamente nei tre giorni di test ufficiali.
I risultati in gara sono già stati in crescendo; in questo caso non manca l’esperienza in pista ma manca proprio la conoscenza del mezzo – diamogli tempo, e lo ritroveremo in mezzo alle bagarre “che contano”.

Un altro pilota che ha bisogno di crescere ma che non si è assolutamente tirato indietro in questo weekend è Maximilian Scheib, il cileno che abbiamo conosciuto in STK1000, che quest’anno è riuscito ad ottenere una sella in Superbike.. e senza dubbio meritatamente.
Al suo primo contatto con il circuito australiano, il pilota di ORELAC racing Kawasaki ha sempre avvicinato la Top10 per poi centrare un settimo posto in Gara2, a pochi decimi di distanza da Bautista.
Talento, e zero timore, lo hanno fatto arrivare già a risultati da top rider. 

“Buona la prima” per Federico Caricasulo, vice campione mondiale Supersport 2019, che ha fatto il suo ingresso nel mondo dei grandi. 
Buone le sensazioni in sella alla Yamaha del team GRT, ma c’è ancora da lavorare sulla distanza della gara e sui “limiti” da rispettare. 
Anche in questo caso sappiamo benissimo che talento e cuore non mancano, c’è solo da far esperienza.
Fra lui e Michael Ruben Rinaldi, i nostri unici portacolori nel campionato Superbike, abbiamo buone possibilità di crescere e dire la nostra.

Non è stato però tutto positivo in pista

A partire da Chaz Davies, irriconoscibile fra prove e gare. Il gallese, ormai punto di riferimento di Ducati e tifosi, è stato sottotono per tutta la durata del primo weekend della stagione.
Una Top5 in Gara2 non salva il bilancio generale.
Non è il Davies che si è visto nelle scorse stagioni, quello che battagliava con Rea e che gli rendeva difficile il compito di portare a casa un mondiale. 
L’arrivo di Redding nel team è sicuramente un colpo duro da affrontare, ma non è nel carattere di Chaz quello di farsi mettere i piedi in testa.
Speriamo che, con il ritorno verso l’Europa, ritrovi la sua strada e la sua forza. 

Un altro capitolo difficile da decifrare porta il nome di Tom Sykes.
Primo pilota nella storia della Superbike a conquistare 50 pole – l’ultima proprio con un giro record sull’asfalto australiano.. e poi un decadimento assoluto in gara.
BMW sta crescendo, il pacchetto è buono ed il pilota è forte ma c’è sempre qualcosa che non va come dovrebbe fino alla fine. 
Nono, sesto e decimo – tre risultati che non rispecchiano il vero valore di Sykes e della sua squadra.
Possibili problemi di gomme nelle gare più lunghe, ma ai cali di Tom da metà gara in poi (soprattutto quando c’è da lottare) non sono una novità.. e su questo aspetto c’è da lavorare.

E l’aspetto più brutto di tutti sono gli infortuni.

In una griglia di partenza già scarna, non vedere tra i partenti ben 3 piloti è un colpo al cuore.

Leon Camier, neo acquisto del team Barni, lotta ancora con i problemi ed i dolori alla spalla che si porta dietro da una stagione intera (quella del 2019). Un turno di prove libere effettuato, e poi bandiera bianca – con la speranza di vederlo finalmente correre in Qatar.

A lasciare altre due caselle libere nelle gare di domenica sono stati Garrett Gerloff (GRT Yamaha) e Eugene Laverty (BMW Motorrad).
Il giovane americano, dopo una gara1 con partenza brillante ed un calo a metà gara, è stato protagonista di un brutto incidente durante il warmup a seguito di un contatto con Sandro Cortese.
Gerloff è rimasto per molto tempo incosciente; nessuna frattura per lui, ma vista la situazione poco sicura ha ricevuto l’UNFIT (anche se aveva ripreso conoscenza una volta arrivato in Clinica Mobile) ed è stato portato all’ospedale di Melbourne per accertamenti.
Funesto è stato anche il warmup di Eugene Laverty; anche l’irlandese non ha nessuna frattura ma, dopo la caduta, al medical center gli hanno consigliato di non correre. 

Chiudiamo questo flusso di riflessioni e di risultati con il nome di Andrea Locatelli
P1-P2-P1 nelle prove libere, P1 nella Superpole, P1 in gara.. che dire?
Il Team Evanbros, campione del mondo dello scorso anno, ha trovato un pilota del loro livello – una gara magistrale, senza errori, senza rivali e con un passo gara impressionante.
Niente di più bello di iniziare l’anno così, sulle note dell’Inno di Mameli e con uno sfondo come quello di Phillip Island.
Inno che, a sua volta, ha celebrato anche il secondo posto di Raffaele De Rosa che ha tagliato il traguardo prima di Jules Cluzel

Si torna a casa con una doppietta italiana che ci rende fieri ed orgogliosi.. e che non ci fa stare nella pelle in previsione del prossimo round. 


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