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Anthony Gobert: grande Go-Show, ci manca il tuo stile!
- Updated: 16 Marzo 2014
Anthony Gobert, l’anticonformista della SBK, fu uno dei più grandi talenti mai visti in pista.
Il paddock della Superbike, nel 1994, era decisamente più ruspante e selvaggio di quanto non lo sia adesso e la parola “stravagante” calzerebbe alla perfezione. Piloti da ogni parte del mondo proponevano i look più disparati, in pista non mancavano le scazzottate ma, la cosa bella, tutto finiva lì, con grande gioia e divertimento per i fans. L’ambiente sembrava abituato a tutto, finché, nel round finale a Phillip Island, si presentò un giovanotto australiano, con la faccia da schiaffi, i capelli da pazzo ed un fisico, come dire…non propriamente da ballerino della Scala.
“Ahahahahah, lo avete visto quello? Sarà sicuramente appena uscito dal Mc Donald’s, è tutto ciccia e brufoli!”…”La solita wild card in cerca di visibilità”…
In effetti, il giovane Anthony, avrebbe dovuto saperlo: gli indumenti di color bianco, ingrassano…proprio come la tuta con cui debuttò nel mondiale, in sella ad una privatissima Kawasaki ZXR 750.
Sarà anche stato grassottello, il Gobert prima maniera, ma il gas lo spalancava: dopo aver firmato una clamorosa pole-position, in faccia a gente come King Carl Fogarty e Scott Russell, il pazzoide pilota di Acree avvisò gli avversari, senza alcun dubbio: ”Vincerò entrambe le gare!”
Molti lo presero per pazzo, ma non più di tanto, dopo il terzo posto ottenuto nella prima manche. Il suo nome era già sulla bocca di tutti, soprattutto per i dispetti e gli scherzi “goliardici” che infliggeva agli avversari; lo scherzo peggiore, lo servì prontamente nella seconda manche, dove umiliò tutti, vincendo la gara a suon di derapate ed intraversate, con staccate oltre il limite e sbandate paurose, l’unico modo per far volare la sua vetusta Kawasaki. Nacque così The Go-Show, lo spettacolare Anthony Gobert, un pilota che nelle giornate giuste, avrebbe portato al limite qualsiasi tipo di moto, sorpassando gli avversari nei punti più impensabili e pericolosi.
Ingaggiato per le stagioni 1995 e 1996, Go-Show, alternò prestazioni di grandissimo livello collezionando 7 vittorie e 16 podi, più qualche terribile caduta, spesso inevitabile, considerando lo stile selvaggio, sempre appeso ad un filo, che lasciava a bocca aperta avversari e tifosi. Nella ultima gara corsa sulla Kawasaki, sempre in Australia, Gobert fu a dir poco esaltante…conquistò una irresistibile doppietta, esibendo uno show tutt’ora tra i video più cliccati su Youtube. Fu l’addio alla Kawasaki ed un arrivederci alla SBK: per lui era pronta una Suzuki 500 ufficiale, nel team Lucky Strike di Garry Taylor.
La stagione 1997 vedeva in Michael Doohan il campione in carica da battere. Australiano come Gobert, egli aveva già conquistato 3 campionati consecutivi della Classe Regina, in sella alla Honda NSR, la moto migliore in griglia. Naturalmente, dopo i primi test pre-campionato il 22enne debuttante Gobert dichiarò: “Non solo batterò il mio compagno di squadra Darryl Beattie, io vincerò il Mondiale! Voglio anche io 3 titoli della 500!”
Non andò esattamente così, purtroppo per lui; la velocità e la classe non gli mancavano di certo, il suo limite fu, per molto tempo, una condotta di vita “sregolata”, spesso sopra le righe, in barba a regolamenti e regole. Passarono gli scherzi, anche “particolari”, fare pipì nel casco di Doohan prima di una gara non fu una trovata geniale, così come distruggere auto nel paddock e sottovalutare gli allenamenti proposti dal team che, dopo gli ennesimi avvertimenti e controlli anti-doping, lo licenziò clamorosamente dopo un test che evidenziò l’uso di droghe, mai specificate di quale entità.
Esiliato dal Motomondiale, Go-Show corse negli Stati Uniti nell’AMA SBK in sella alla Ducati del Team Vance & Hynes, dove andò fortissimo, prima di essere fermato nuovamente per uso di marijuana. Il talento e la classe erano però assolutamente indiscutibili, come dimostrò nella gara Mondiale corsa a Laguna Seca nel 1999, dove bastonò tutti. In quella stagione egli corse pure qualche gara in 500 in sella alla Muz, dimostrando che la stoffa era ancora intatta.
L’anno successivo, Gobert fu ingaggiato dalla Bimota, per un clamoroso rientro in Superbike. Il team manager Virginio Ferrari lo portò ogni giorno con sé a correre ed allenarsi ed il pilota si presentò ad inizio stagione in splendida forma psico-fisica, regalando nel diluvio di Phillip Island una storica vittoria alla casa di Rimini, mostrando sempre lo stello inconfondibile stile su un terreno infimo e traditore. Nei box i meccanici piansero increduli di gioia, l’ultima, perché seguì un brutto infortunio al pilota, causato da un guasto meccanico, ed il ritiro del team a causa di problemi economici.
La fortuna, spesso, girò le spalle a Go-Show, che nelle stagioni successive ebbe sporadiche apparizioni in team di rincalzo della 500 e della SBK AMA.
Le cronache più recenti, lo raccontano come ingabbiato in una cella di un carcere australiano, reo e colpevole di un furto ad una anziana che aveva appena ritirato la pensione. Evidentemente non fuggì così velocemente come era solito fare in sella ad una moto.
Preferiamo ricordare Anthony Gobert come un pilota spettacolare ed adrenalico presente nella collezione Motology dei SuperB Kentauros, ovvero, nel prezioso cofanetto con le insegne ufficiali della SBK che celebra i piloti che hanno fatto la storia del Mondiale Superbike. Per acquisti e info basta andare nello shop online di Motology che è aperto 24 ore su 24.
Coraggio Go-Show!!!
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