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A MISANO ROSSI C’E’, E L’ITALIA PURE
- Updated: 16 Settembre 2014
L’eroe Valentino Rossi torna a vincere a Misano e, improvvisamente, il popolo italico riscopre le moto!
“Ma lo hai visto ieri? E’ un eroe!“, “Grande!”, “Rossi numero 1” , “Questa gara entrerà nella storia“… in sostanza questi erano i discorsi che nella mattinata di lunedì mi rivolgevano conoscenti e amici, sapendo della mia professione.
La qual cosa mi è sembrata abbastanza strana dal momento che questa passione ripescata dal cassetto del dimenticatoio corrisponde ad una cosa soltanto: Valentino Rossi ha vinto e lo ha fatto sul tracciato di casa.
L’Italia dimentica del motociclismo ha ritrovato, insomma, la passione sopita grazie ad una vittoria tanto attesa, quanto inaspettata e, forse, pure liberatoria.
Quello che mi piacerebbe capire è il meccanismo che induce le masse a risvegliarsi dal torpore solo e soltanto in occasione dell’evento che premia il loro beniamino o presunto tale. Perché, ad esempio, nessuno mi ferma per strada per parlarmi di Marc Marquez, Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa? O perché se parlo di Superbike, mi guardano con aria interrogativa, manco gli avessi detto che mi occupo della politica internazionale del Burundi! Gli dici: “Sì la Superbike, quella di Troy Bayliss” e loro pensano all’amaro, “Max Biaggi…” e ti rispondono che “no, Biaggi si è ritirato“, figurati nominargli Tom Sykes! Zero, tabula rasa… e, invece, basta una vittoria di Valentino Rossi per scoprire che tutti, improvvisamente, hanno visto la gara, hanno letto la notizia, l’hanno sentita in radio o condivisa sui Social.
Rossi assurto ad eroe dal popolo italico? Sarà, ma diciamocelo in tutta sincerità: quei ragazzi sono tutti degli eroi! Te li ritrovi lì davanti con il faccino giovane, le gambette asciutte e qualche rimasuglio di acne sul volto quasi a dirti che sì, siamo poco più che bambini, ma dentro abbiamo il fuoco che arde, la grinta che esplode, la passione che infiamma.
Ed è proprio osservando le loro gesta che noi comuni mortali ci infiammiamo e ci emozioniamo … forse un pò come è successo a Misano Adriatico.
Andando oltre i possibili campanilismi, c’è da dire, infatti, che l’emozione palpabile di Misano, ha toccato proprio tutti. Surreale quella dominante di giallo fra il pubblico che, con gioia, ha poi preso la strada del podio per festeggiare, proprio lì sotto, il suo beniamino e surreale anche quell’atmosfera fatta di sorrisi e gioia, uniti ad occhi rossi e lacrime trattenute a stento. Sì perché, anche il Vale nazionale, quello dei nove titoli mondiali e delle tante vittorie, si è commosso, manco fosse la prima volta che saliva su quel gradino.
E noi, pubblico casalingo, abbiamo partecipato a questa emozione fieri nel risentire le note dell’inno di Mameli a soppiantare quella Marcha Real che tutto il popolo delle due ruote ha imparato, suo malgrado, a conoscere.
Spiace un pò per Jorge Lorenzo e per Dani Pedrosa che, secondo e terzo, si sono ritrovati al cospetto di sua maestà Valentino Rossi, rinato campione (in realtà mai sparito) fra le curve di casa.
A onor del vero c’è da dire che la Yamaha a Misano ha sempre dato il meglio di se (6 vittorie nelle ultime 7 edizioni), al punto che lo scorso anno era già pronta una festa pro-Rossi nell’eventualità di una vittoria, poi non arrivata.
Valentino, però, ci ha messo del suo: ha modificato lo stile di guida per adattarsi alla moto, ma anche ad avversari (leggi Marquez) che non perdonano; grande plauso anche a quel Silvano Galbusera capotecnico con l’indubbia difficoltà nel dover rimpiazzare il vincente, ma ormai stanco, Jeremy Burgess. Il buon Silvano, che conosciamo personalmente e apprezziamo da tempo, ha dato subito prova delle sue capacità nell’interpretare il volere di Rossi con il quale consacra, adesso, un’ intesa che ha del perfetto.
E così, mentre lo scorso anno ammiravamo dalla curva della Quercia le gesta del trio spagnolo Lorenzo- Marquez- Pedrosa con Rossi, delusissimo, in quarta posizione , quest’anno, più o meno seduti sulla poltrona di casa, abbiamo festeggiato con Valentino la vittoria del motociclismo. Sì, perché bisogna dirlo, quando “Rossi c’è” si risvegliano tutti, media compresi.
Certo non sarebbe male se gli “pseudo-appassionati” invece che salire solo e soltanto sul carretto del “ritrovato” vincitore, provassero ad approfondire e conoscere di più questo mondo fatto da tanti ragazzi, tante categorie, tanto lavoro e tanto impegno.
Ma forse, chissà, Valentino Rossi tornerà a trainare quella passione moto ormai assopita … non so dirvi se sia un bene o un male che Rossi vinca, per il momento ci rifacciamo alle sue parole: ” E’ stato bellissimo“!
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