MOTOLOGY

Il Mugello va a Jorge Lorenzo, il sublime!

Jorge Lorenzo porta a casa una vittoria sublime sul tracciato del Mugello

Il risultato del Mugello è molto chiaro: Jorge Lorenzo ha dominato in lungo e in largo con una gara sublime, dimostrando una consistenza e una supremazia agonistica totale.

Poco dopo la partenza, sfruttando un piccolo lungo di Pedrosa alla prima curva, è entrato senza esitazioni e si è fatto strada per comandare da subito, nella seconda parte di gara non ha avuto rivali.

Quando corre in questa maniera è veramente come una lama tagliente, preciso, perfetto, spietato!

Le Honda hanno provato a resistergli per metà gara, ma il ritmo imposto a colpi di giri sotto il minuto e 48” (roba da tempi da qualifica) ha interrotto il dominio della Honda, che mantiene comunque una supremazia tecnica complessiva.

Pedrosa, nella prima parte di gara, sembrava giocare come il gatto con il topo , in attesa solo di un primo calo di Lorenzo per sferrare l’attacco e, invece, è successo esattamente l’opposto: Pedrosa ha avuto difficoltà di aderenza e, in pochi giri, si è visto staccare in maniera decisa da Jorge Lorenzo.

Rimane, comunque, una gara positiva per Pedrosa in ottica campionato, autore di una pole strepitosa con record della pista, e di una gara in cui l’unica cosa da non fare (per come stava andando) era cadere.

A proposito di cadute, chi ha voluto testare per ben 4 volte la sabbia del Mugello è stato proprio Marc Marquez, il debuttante fenomeno della HRC che, nonostante una paurosa scivolata il venerdì a 300 Km/h orari sull’erba, alla fin fine a tre giri dalla fine si ritrovava secondo davanti a Pedrosa, per poi purtroppo cadere di nuovo.

Ma in quella che potrebbe sembrare la sua gara più negativa dell’anno, ha dimostrato, a mio avviso, una caparbietà spaventosa, perché è il suo primo anno ed errori del genere sono fisiologici (non a caso sono venuti fuori in una pista difficile come quella del Mugello) e inoltre sembra che nulla gli possa far paura, mi ha impressionato davvero.

E poi diciamocela tutta, già a Jerez e a Le Mans in gara si era giocato parecchi jolly, impressionando per la sua destrezza nel rimanere in piedi come un gatto, ma prima o poi doveva cadere con tutti i rischi che si prendeva.

Altro pilota ad avere fatto una gara da applausi è sicuramente l’ex pilota SBK Cal Crutchlow, talmente veloce con la sua Yamaha privata da riuscire ad arrivare a meno di un secondo dalla Honda HRC di Pedrosa, una specie di miracolo, merita una moto ufficiale per vincere senza se e senza ma.

E a proposito di Yamaha ufficiale non possiamo non menzionare un Gp d’Italia nero per Valentino Rossi che ha deluso tutte le aspettative.

La gara è difficilmente valutabile per le poche curve fatte dopo il contatto con Bautista, un contatto che può accadere a inizio gara, specialmente se sei nelle retrovie, ed è questo il punto.

Per l’ennesima volta la qualifica di Rossi è stata pessima, con un bel 5-0 rifilato dal compagno Lorenzo a parità di moto e soprattutto beccandosi oltre sei decimi al Mugello, nella sua pista preferita, battuto anche da Crutchlow caduto e risalito in moto come una furia.

In qualifica Rossi non c’è, e soprattutto non ci sono più scusanti che possano reggere a questo punto, altro che questioni di messa a punto, di strategia o di format delle qualifiche, distacchi del genere con una moto ufficiale Yamaha sono oggettivamente imbarazzanti.

E anche riguardo all’ipotetico podio di cui si è parlato prima e dopo la gara, vorremmo far notare che al momento del contatto si trovava tra la 9/10 posizione, passare tutti quei concorrenti a inizio gara per poi andare a prendere quelli di testa sarebbe stata una impresa non da ridere, andare a prendere Lorenzo che girava in gara come ha girato Rossi in qualifica sarebbe stato quasi impossibile.

E a questo punto viene spontaneo chiedersi se tutte le colpe della disfatta Ducati-Rossi fossero colpa esclusivamente di Preziosi e della moto, perché è abbastanza evidente che il Rossi di oggi non è quel valore aggiunto che era fino al 2009.

Magari le cose cambieranno, le corse spesso riservano sorprese inaspettate, ma ci sembra che ormai da troppo tempo riguardo a Rossi si parli troppo di scusanti varie (alcune veramente fantasiose) e a vedere troppi pochi risultati, considerando la moto che guida e che stiamo parlando del pilota che vinceva gare e mondiali come noccioline.

La Ducati è andata un po’ più forte rispetto alle altre piste, con una qualifica strepitosa di Andrea Dovizioso in prima fila, per poi combattere con le Honda private e prendere 20” in gara, un distacco enorme ma comunque inferiore rispetto al solito.

Questo è il limite della Ducati di oggi, in attesa di aggiornamenti fondamentali che però tardano ad arrivare.

Per rimanere in ambito Ducati, veramente triste vedere la situazione di un puro fuoriclasse come Ben Spies che, per problemi fisici che durano ormai da troppo tempo, rischia ormai chiaramente una fine prematura della sua breve carriera in MotoGp.

Riguardo al compagno di squadra, Andrea Iannone, alle prese con vari problemi fisici e prestazioni al momento invisibili, non mi è piaciuto il suo volersi farsi notare solo per i suoi caschi celebrativi che a dir poco “scimmiottano” lo stile Valentino: un po’ di autonomia non guasterebbe.

Concludiamo, purtroppo, con il dover notare per l’ennesima volta la sportività nulla del pubblico del Mugello, che al posto di festeggiare i piloti presenti sul podio, si sono lanciati in fischi e cori inneggianti Valentino durante la premiazione, fischi indirizzati in particolar modo contro Lorenzo, assolutamente ineleganti e antisportivi.

Per Motology.it Bruno Lomele

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